Tasse di Successione in Italia: Calcolo e Pagamento
Hai ricevuto dei beni in eredità in Italia e non sai a quanto ammonta la tassa di successione? Sei nel posto giusto. In questa breve guida ti spiegheremo di cosa si tratta. Prima di cominciare, ti ricordiamo che puoi consultare questo articolo del nostro blog per capire come funziona la successione in Italia.
Che cos’è la tassa di successione?
Quando si ricevono in eredità beni mobili o diritti reali immobiliari, la legge italiana prevede l’obbligo di presentare una dichiarazione di successione e di effettuare il pagamento, se dovuto, di una imposta (chiamata tassa di successione) all’Agenzia delle Entrate italiana. Per il suo calcolo esatto, come vedremo, bisogna quantificare l’eredità totale (somma del valore di immobili, diritti reali su beni immobili, titoli, beni mobili, partecipazioni, crediti, e tutte le altre proprietà del defunto, con seguente sottrazione delle sue passività, ossia debiti ecc). In questo modo si ha il patrimonio su cui vanno calcolate le imposte (secondo aliquote e franchigie previste caso per caso).
La tassa di successione, dunque, va a colpire il trasferimento della proprietà o degli altri diritti sui beni mobili e immobili, dopo la morte del loro titolare.
Se nella massa attiva ereditaria sono presenti beni immobili o diritti reali immobiliari è sempre obbligatorio, in primo luogo, presentare la dichiarazione di successione entro 1 anno dalla data di apertura della successione (di solito coincidente con la data del decesso del testatore).
Quando bisogna pagare la tassa di successione?
La tassa sulla successione (e anche sulle donazioni) è prevista per tutte le eredità (e donazioni tra vivi), secondo aliquote e franchigie diverse in base al grado di parentela intercorrente tra testatore ed eredi.
Nel dettaglio:
- per le successioni in favore del coniuge o di parenti in linea retta (figli, nipoti, genitori ecc.) l’aliquota è del 4% del valore ricevuto (al netto dei debiti). Ma ciascun beneficiario ha diritto ad una franchigia di 1 milione di euro (ossia non paga la tassa di successione se la quota di eredità ricevuta è inferiore ad 1 milione)
- per le successioni in favore di fratelli o sorelle l’aliquota è del 6%, ma vi è una franchigia di 100.000 euro
- per le successioni in favore di altri parenti entro il quarto grado, l’aliquota è del 6% e non è prevista franchigia
- per le successioni in favore di altri soggetti l’aliquota è dell’8% e non sono previste franchigie.
Attenzione. Le aliquote e le franchigie appena specificate vanno applicate sul singolo beneficiario, non guardando al valore totale dell’eredità.
Come si paga la tassa di successione?
Il versamento va effettuato tramite il modello F24 che sarà allegato alla comunicazione dell’Agenzia delle Entrate italiana, presso l’Agenzia entrate -Riscossione oppure presso una banca/ Posta.
Quali beni sono esclusi dalla tassa di successione?
Le tipologie di beni che non vanno tassati e che, quindi, non rientrano nel valore complessivo dell’eredità (o della donazione) sono:
- titoli di stato italiani o di altri paesi europei
- aziende, rami di azienda o quote di controllo in società di capitali (nel caso in cui i parenti in linea retta o il coniuge del testatore continuano ad esercitare l’attività per almeno cinque anni dopo la data di apertura della successione)
- TFR e prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare
- veicoli iscritti nel Pubblico Registro Automobilistico
- polizze vita.
Come si effettua il calcolo della tassa di successione?
Bisogna considerare la base imponibile che è data dalla differenza tra il valore complessivo della massa attiva ereditaria (alla data di apertura della successione) e il valore delle passività e degli oneri deducibili. Per il calcolo, poi, del valore di ogni singola quota appartenente a ciascun erede, dopo la definizione dell’ammontare netto dell’asse ereditario, bisogna suddividere quest’ultimo per quote.
L’attivo ereditario può contenere: beni immobili/diritti reali immobiliari, aziende, azioni e obbligazioni, quote sociali, rendite /pensioni, crediti. Vi possono essere anche denaro, gioielli e mobili, ma per un importo pari al 10 % del valore globale netto imponibile dell’asse ereditario (anche se non dichiarati o dichiarati per un importo minore, salvo che dall’ inventario non risulti l’esistenza per un importo differente).
Le passività deducibili, invece, possono includere: debiti del testatore, spese mediche e funerarie (queste ultime entro il limite di 1.032,91 euro, ossia la soglia massima di detrazione fiscale di cui si può fruire), eventuali imposte pagate in un Paese estero in relazione alla stessa successione.
Attenzione. Per gli immobili ereditati in piena proprietà, la base imponibile per il calcolo della tassa di successione dipende dalla loro rendita catastale (con rivalutazione del 5%) moltiplicata secondo questi coefficienti:
- 110 se prima casa
- 120 se i fabbricati appartengono ai gruppi catastali A e C (esclusi A/10 e C/1)
- 140 se i fabbricati appartengono al gruppo catastale B
- 60 per i fabbricati delle categorie A/10 (es. ufficio e studio privato) e D
- 40,80 per i fabbricati delle categorie C/1 (es. negozio e bottega) ed E.
In caso di terreni non edificabili, il valore imponibile è dato dalla moltiplicazione per 90 del reddito dominicale, già rivalutato del 25%.
Se nell’attivo ereditario sono presenti beni immobili e diritti reali immobiliari, è obbligatorio versare le imposte ipotecarie e catastali, nella misura del 2% e dell’1% del valore degli immobili. L’importo minimo è di 200 euro per ogni imposta. La misura di 200 euro è fissa qualora l’erede abbia i requisiti utili per usufruire delle agevolazioni relative alla prima casa.
Quali soggetti devono presentare la dichiarazione di successione?
Come prevedono gli articoli 28 e 29 del D.Lgs. numero 346 del 1990, gli obbligati a presentare la dichiarazione di successione sono: gli eredi, i chiamati all’eredità, i legatari, gli amministratori dell’eredità, i curatori, l’esecutore testamentario, i trust.
Se per la stessa successione, vi sono più soggetti obbligati a presentare la dichiarazione di successione, è sufficiente che anche solo uno di essi la presenti.
Quando vi è l’esonero dalla presentazione della dichiarazione di successione?
I soggetti esonerati dal pagamento della tassa di successione sono, in primo luogo, i chiamati all’eredità o i legatari che rinunciano all’eredità o al legato prima della scadenza del termine per presentare la dichiarazione di successione. In secondo luogo, lo sono gli eredi diretti, rappresentanti legali o soggetti coinvolti che, non essendo in possesso dei beni ereditati, hanno provveduto alla nomina di un curatore dell’eredità.
In terzo luogo, non vi è l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione se si realizzano queste tre condizioni in contemporanea:
- l’eredità viene trasmessa al coniuge o ai parenti in linea retta del testatore
- l’attivo ereditario non è superiore al valore di 100.000 euro
- non sono previsti beni immobili o diritti su beni immobili.
In che modo va presentata la dichiarazione di successione?
Secondo gli articoli 28 e 31 del D.Lgs. numero 346 del 1990, la dichiarazione di successione va presentata all’Ufficio delle Entrate nella cui circoscrizione è fissata l’ultima residenza del testatore, entro un anno dall’apertura della successione (coincidente, di solito, con la data di morte).
In caso di residenza all’estero del testatore, l’Ufficio finanziario competente è quello nella cui circoscrizione era fissata la sua ultima residenza italiana. Se questa non è nota, secondo l’art. 15 comma 2 della Legge numero 383 del 2001, l’Ufficio competente è quello di Roma (Ufficio di Roma 6, oggi Direzione Provinciale II di ROMA – Ufficio Territoriale ROMA 6).
Attenzione. Entro 30 giorni dalla presentazione della dichiarazione di successione bisogna presentare anche la richiesta di voltura degli immobili agli Uffici provinciali – Territorio dell’Agenzia.
Se si vuole compilare la dichiarazione di successione autonomamente bisogna scaricare il modello 4 dal sito internet oppure presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate. Vi deve essere la sottoscrizione di almeno uno degli obbligati o di un rappresentante negoziale.
Dovranno essere indicati:
- i dati del testatore
- l’albero genealogico del testatore per selezionare gli eredi
- i dati degli eredi e le relazioni di parentela
- gli immobili trasferibili, individuati con gli estremi catastali
- le azioni in borsa, i titoli e le aziende del testatore
- le donazioni effettuate in vita dal testatore
- i debiti del testatore
Se necessario, i certificati di morte oppure quelli sullo stato di famiglia e sulla residenza possono essere sostituiti con delle dichiarazioni sostitutive di certificazioni (art. 46 del DPR numero 445 del 2000).
Che cos’è la dichiarazione di successione integrativa o sostitutiva?
Nel caso in cui, dopo la presentazione della dichiarazione di successione, sopravvenga un evento che muta la devoluzione dell’eredità o del legato, ovvero porta all’applicazione di una tassa più elevata, i soggetti obbligati devono presentare una dichiarazione sostitutiva o integrativa (art. 28 comma 6 del D.Lgs. numero 346 del 1990).
Se si omette la presentazione della dichiarazione di successione?
In caso di omessa presentazione della dichiarazione di successione o di quella integrativa/sostitutiva, si è puniti, secondo l’art. 50 del D.Lgs. numero 346 del 1990, con una sanzione amministrativa dal 120% al 240% della tassa liquidata o riliquidata d’ufficio.
Se non è dovuta la tassa, si applica una sanzione amministrativa che va da 250 a 1.000 euro.
Invece, se vi è solo un ritardo nella presentazione della dichiarazione (non superiore a 30 giorni), vi è una sanzione amministrativa dal 60% al 120% dell’ammontare della tassa liquidata o riliquidata dall’Ufficio. A meno che non vi sia un ravvedimento operoso; infatti, l’art. 13, comma 1, lett. c) del D.Lgs. numero 472 del 1990, prevede che la sanzione prevista per l’omessa presentazione della dichiarazione è ridotta ad 1/10 del minimo se vi è un ritardo non superiore a 90 giorni. Tra l’altro, si può integrare la dichiarazione presentata entro i termini, beneficiando di una riduzione delle sanzioni in relazione al ritardo (1/9 del minimo in caso di regolarizzazione entro 90 giorni, 1/8 del minimo entro 1 anno, 1/7 del minimo entro 2 anni, 1/6 del minimo oltre 2 anni).
Cosa succede in caso di dichiarazione di successione infedele?
L’art. 51 comma 1 del D.Lgs. numero 346 del 1990 prevede una sanzione dal 100% al 200% della differenza di imposta in caso di:
- omissione dell’indicazione di dati o elementi rilevanti per la liquidazione o riliquidazione della tassa o indicazione infedele (con valori non aderenti alla realtà)
- indicazione di passività in tutto o in parte inesistenti
- rilascio o sottoscrizione di attestazioni o altri documenti rilevanti per l’individuazione delle passività deducibili contenenti dati o elementi non veritieri.
Modalità di pagamento della tassa di successione
La liquidazione della tassa di successione da parte dell’Agenzia delle Entrate è effettuata in base alla dichiarazione presentata dagli eredi.
Si parla di autoliquidazione delle imposte (secondo il DM 21.5.97), solo per le imposte ipotecarie, catastali e di bollo, dovute in sede di successione. Il pagamento di queste ultime può essere fatto tramite il modello F24 o con addebito in conto corrente. È possibile anche il pagamento a rate:
- almeno il 20% della somma deve essere versata entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione
- il residuo deve versarsi in 8 rate trimestrali (12 se l’importo è superiore a 20.000 euro), con gli interessi calcolati dal primo giorno successivo al pagamento iniziale.
In caso di trasferimento della prima casa?
Per usufruire del beneficio, l’erede o almeno uno dei beneficiari (se sono molteplici) deve possedere i requisiti di “prima casa” (art. 1 comma 1 della Tariffa, Parte I, allegata al DPR numero 131 del 1986) e presentare le dichiarazioni previste dalla nota II-bis all’art. 1.
Le imposte ipotecaria e catastale saranno dovute in misura fissa (200 euro per l’ipotecaria e 200 euro per la catastale).
La tassa di successione, invece, sarà comunque dovuta in misura ordinaria.
Conclusioni
Speriamo di aver chiarito i passaggi più importanti su come effettuare il calcolo della tassa di successione. Se hai bisogno di sbloccare in maniera rapida un conto corrente o un immobile e non vuoi farlo in autonomia per non attendere mesi o incorrere in errori, puoi rivolgerti ad un nostro avvocato specializzato in materia di successioni.