FAQ sulla cittadinanza italiana per discendenza
In questo articolo vi proponiamo le domande più frequenti sulla cittadinanza italiana per discendenza.
Ricordiamo di consultare anche questo altro articolo del nostro blog per approfondire la materia.
Caratteristiche generali
Che cosa è la cittadinanza italiana per discendenza (“iure sanguinis”)?
La legge italiana sulla cittadinanza è basata sul principio dello iure sanguinis (cittadinanza per sangue). Vuol dire che chi ha antenati italiani può essere idoneo ad acquisire la cittadinanza italiana, indipendentemente dal numero di generazioni coinvolte.
Per iniziare la procedura di riconoscimento bisogna fornire la prova di essere il discendente di un cittadino italiano, senza interruzioni nella trasmissione della cittadinanza.
Dove bisogna presentare la domanda di cittadinanza?
Se sei residente all’estero, devi rivolgerti al consolato italiano locale.
Oppure, puoi presentare la domanda di cittadinanza direttamente in Italia, una volta stabilita la residenza in un Comune italiano.
Come si può prenotare l’appuntamento al consolato?
Online, sul sito del tuo consolato italiano locale.
Molti siti web dei consolati italiani hanno una pagina chiamata “Prenota Online” dove è possibile creare il proprio account e, quindi, effettuare la prenotazione.
È necessario conoscere la lingua italiana per richiedere la cittadinanza italiana per discendenza?
No, non è un requisito previsto per legge.
E’ possibile richiedere la cittadinanza senza registrare matrimoni, divorzi o figli minori?
No, sarebbe illegale. La cittadinanza iure sanguinis è un riconoscimento retroattivo della cittadinanza; quindi, tutti questi documenti devono essere registrati legalmente in Italia.
Quanto tempo ci vuole per essere formalmente riconosciuto come cittadino italiano?
Le tempistiche sono variabili e dipendono dalle circostanze del caso concreto. Il metodo più veloce è presentare la domanda presso un Comune italiano (le tempistiche standard vanno dagli 8 ai 12 mesi).
In caso di adozione di bambini non italiani, questi vengono riconosciuti anch’essi come italiani?
Sì. Il genitore deve essere riconosciuto come cittadino prima che possa richiedere la cittadinanza per un figlio minore adottato (a differenza dei figli minorenni biologici, i quali sono automaticamente cittadini). Le adozioni dei minori devono passare il vaglio del Tribunale dei Minori per il controllo giurisdizionale.
Si può richiedere la cittadinanza per discendenza anche da un antenato femminile?
Sì. Ti consigliamo di contattare il nostro studio per valutare la tua idoneità e verificare le opzioni disponibili per la tua situazione. Se hai bisogno di presentare un ricorso per la cittadinanza in tribunale perché uno dei tuoi avi all’interno dell’albero genealogico è una donna, possiamo assisterti.
Questa, infatti, è l’unica strada percorribile in caso di trasmissione della cittadinanza italiana per i richiedenti nati da donna prima del 1948.
In tal caso, la causa potrebbe concludersi entro 1 o 2 anni. Dopo le udienze in Tribunale, il giudice valuta la richiesta di cittadinanza e, infine, emette il provvedimento.
Dal Giugno 2022, la competenza per i casi relativi alla discendenza materna dei nati ante 1948 non è più del Tribunale di Roma, ma dei tribunali selezionati a seconda del luogo di nascita dell’avo italiano.
Ammissibilità
C’è un limite nel numero di generazioni?
No. La cittadinanza italiana si trasmette di padre in figlio senza alcun limite nel numero di generazioni, a condizione che né l’antenato né nessun familiare della discendenza abbia mai rinunciato alla cittadinanza italiana.
Il coniuge ha diritto alla cittadinanza?
Sì, ma il coniuge deve presentare domanda dopo che il matrimonio della coppia è stato registrato in Italia.
Solo le donne straniere che hanno sposato uomini italiani prima del 27 aprile 1983 hanno acquisito automaticamente la cittadinanza italiana e, quindi, hanno il diritto di richiedere contemporaneamente il riconoscimento.
Se l’ascendente nato in Italia si è naturalizzato prima della nascita dei suoi figli?
Se sei figlio o nipote di un ex-cittadino, puoi ottenere la cittadinanza italiana risiedendo in Italia per un periodo di tre anni.
Documenti utili per presentare la richiesta
Quali sono i requisiti che i documenti non italiani devono soddisfare per essere accettati dal consolato per la domanda di cittadinanza?
I documenti devono essere in originale o “copia certificata”; inoltre, una volta recuperati, devono essere legalizzati (se del caso, per mezzo di Apostille) e poi tradotti in italiano.
Ricordiamo che i documenti emessi dalle autorità straniere possono richiedere diversi tipi di legalizzazione: per i Paesi firmatari della Convenzione dell’Aia è necessaria un’Apostille. Invece, per altri Paesi, la legalizzazione deve essere eseguita attraverso il Ministero degli Affari Esteri e, poi, completata attraverso il Consolato italiano locale.
Ci sono alcune deroghe. La Convenzione di Bruxelles del 1987 ha completamente abolito la necessità di una legalizzazione per lo scambio di documenti tra i seguenti paesi: Belgio, Danimarca (ad eccezione della Groenlandia e delle isole Fær Øer), Estonia, Francia, Irlanda, Italia, Lettonia. Ai sensi della convenzione di Atene del 1977, anche i registri di nascita e di matrimonio rilasciati dai seguenti paesi non richiedono la legalizzazione quando presentati in Italia: Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Turchia, Grecia, Portogallo. Infine, l’Italia ha firmato un accordo bilaterale che ha abolito la necessità di una legalizzazione dei documenti con i seguenti paesi: Austria (1990), Germania (1969), Spagna (1983), Argentina (1987), Svizzera (1966), Ungheria (1977).
In ogni caso, tutti i documenti non italiani devono essere tradotti in italiano, a meno che non siano rilasciati in formato multilingue ai sensi della Convenzione di Vienna del 1976.
Che cosa è un’apostille?
È una forma di autenticazione richiesta per l’accettazione internazionale di documenti autenticati e ufficiali. È stata implementata dalla Convenzione dell’Aia del 1961.
Quali documenti devono essere tradotti in italiano?
Tutti i certificati di nascita, matrimonio, divorzio e di morte rilasciati in lingue diverse dall’italiano.
Chi ha la qualifica per tradurre i documenti?
I documenti devono essere tradotti professionalmente in italiano. Sui siti web dei consolati vi sono degli elenchi di traduttori approvati.
I documenti scadono?
I documenti presentati per la domanda di cittadinanza legalizzati per mezzo di Apostille non hanno alcuna data di scadenza e possono essere archiviati presso il consolato in qualsiasi momento.
Se non sono stati apostillati, è possibile che i documenti recuperati non possano essere legalizzati se emessi troppo indietro nel tempo (di solito più di 5 anni dalla data di emissione).
Attenzione. Non tutti gli Stati prevedono gli stessi requisiti di Apostille: è sempre consigliabile verificare con il Segretario di Stato competente se un documento in suo possesso è ancora adatto all’Apostille o meno.
Cosa succede se vi è qualche discrepanza nei documenti?
Dipende dal tipo di discrepanza.
Per le principali discrepanze (come errori in date o luoghi di nascita e distorsioni rilevanti dei nomi), se possibile, bisogna modificare i dati errati attraverso l’ufficio di registrazione competente.
Casi peculiari
Un membro della famiglia ha già fatto domanda e ha ricevuto la cittadinanza iure sanguinis tramite il Consolato. Devo duplicare tutta la documentazione?
No, di solito i documenti in archivio presso il consolato non devono essere duplicati quando i membri della famiglia aggiuntivi usano lo stesso consolato.
Se invece si tratta di diversi consolati, a partire dal 2012 non è più possibile la condivisione dei documenti tra loro. Per cui, se al tuo familiare è stata concessa la cittadinanza da un altro consolato, dovrai fornire nuovi documenti originali al consolato cui ti rivolgerai.
È possibile cambiare nome e registrarlo in Italia?
La legge italiana generalmente consente cambiamenti di nome in due situazioni: pericolo di vita o oscenità del nome di nascita.
Ad ogni modo, se il cambio di denominazione si verifica all’estero (e non ci sono sentenze italiane contrarie), la legge italiana permette la registrazione della sentenza estera.
Se hai cambiato il nome prima di richiedere la cittadinanza, dovresti presentare al consolato una copia certificata del tuo cambio nome, nonché una copia modificata del certificato di nascita.
Se, invece, vuoi cambiare il tuo nome dopo che la presentazione della tua domanda di cittadinanza, dovrai presentare il decreto di modifica del nome al consolato; quest’ultimo, poi, provvederà ad inviarlo al Comune, dove sarà annotato nel tuo registro di nascita.
Cosa fare se non si riesce a trovare il certificato di nascita dell’ascendente di origine italiana?
Solitamente, l’alternativa è inviare una lettera al Comune in cui si afferma di non avere il certificato di nascita e una copia del certificato di battesimo della parrocchia locale con il timbro della Diocesi.
(consulta questo articolo per sapere come richiedere un certificato di battesimo italiano)
È possibile che, nel caso degli ascendenti maschili, i documenti militari provenienti dall’Italia avranno i nomi dei genitori e il luogo di nascita dell’ascendente, assieme alla data di nascita.
Senza uno di questi sostituti o il certificato di nascita del Comune, non è possibile richiedere la cittadinanza.
Come può la mancanza di un documento influenzare la domanda di cittadinanza?
Dipende da quale documento manca.
La mancanza di un certificato di morte, di solito, non rappresenta un grosso problema. I registri di morte sono utili per dimostrare che gli ascendenti sono deceduti e per dare un quadro dettagliato di dove l’antenato ha vissuto, ma non è strettamente richiesto dalla legge.
Lo stesso vale per la mancanza di documenti civili o la presentazione di documenti religiosi come sostituti (ad esempio, certificato di battesimo invece del certificato di nascita).
(Consulta questo articolo per sapere come richiedere un certificato di matrimonio in Italia)
Infatti, la legge italiana in materia di cittadinanza italiana per discendenza afferma specificamente che i richiedenti devono presentare (almeno) i documenti di nascita e matrimonio relativi alle persone della linea italiana, dagli antenati nati in Italia fino a loro. I documenti di matrimonio sono tenuti a stabilire la paternità quando è coinvolto un antenato maschio: la legge italiana presume che il padre del figlio sia la persona sposata con la madre.
Cosa succede se il consolato rifiuta la domanda?
La legge italiana in materia di cittadinanza italiana per discendenza prevede che gli impiegati consolari sono autorizzati a chiedere ai candidati di integrare la loro domanda con qualsiasi altro documento che ritengano utile per la pratica.
Se si rinuncia alla cittadinanza italiana, si può riacquistarla?
Sì. Se nel corso della vita si è stati cittadini italiani, si può stabilire la residenza in Italia e procedere con il riacquisto della cittadinanza.
Conclusioni
Ci auguriamo di aver chiarito i maggiori dubbi sull’ottenimento della cittadinanza per discendenza. Se desideri perseguire al meglio il tuo obiettivo, puoi contattare un nostro avvocato specializzato in cittadinanza che ti saprà consigliare ed assistere al meglio.