cittadinanza italiana per discendenza 2024

Proposta di legge per l’acquisto della cittadinanza italiana per discendenza 2024

In questo articolo tratteremo della più recente novità legislativa che si vorrebbe introdurre in ordine all’acquisto della cittadinanza italiana per discendenza. Ti ricordiamo che puoi consultare questo altro articolo del nostro blog per approfondire la materia.

Il disegno di legge numero 752 del 2023

In data 7 giugno 2023 è stato presentato al Senato della Repubblica italiana il disegno di legge (ddl) di iniziativa del senatore Roberto Menia, dal titolo “Disposizioni per la riapertura del termine per il riacquisto della cittadinanza italiana, nonché modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di ricostruzione e acquisto della stessa”.

Vediamo, nel dettaglio, il contenuto dei due articoli previsti dal ddl.

  • L’articolo 1 del ddl prevede la riapertura (per la durata di tre anni) dei termini per presentare la dichiarazione di riacquisto della cittadinanza italiana di cui all’articolo 17 comma 1 della legge numero 91 del 1992 (ossia la legge che disciplina l’acquisto della cittadinanza italiana). Ricordiamo che quest’ultimo prevede il riacquisto della cittadinanza per i soggetti che ne fanno richiesta entro due anni dalla data di entrata in vigore della legge numero 91 del 1992; la perdita della cittadinanza riguarda i casi previsti negli articoli 8 e 12 della legge numero 555 del 1912, o la mancata resa dell’opzione prevista nell’articolo 5 della legge numero 123 del 1983.
  • L’articolo 2 del ddl si compone di due commi. Il comma 1 aggiunge all’articolo 17 della legge numero 91 del 1992, l’articolo 1, composto da due commi.

Al comma 1 si prevede che il diritto alla cittadinanza italiana è riconosciuto ai richiedenti che dimostrino di essere discendenti in linea retta fino al terzo grado di cittadini italiani nati o residenti in Italia. Inoltre, si prevede il requisito della conoscenza della lingua italiana (articolo 9.1).

Al comma 2 si stabilisce che, per il riconoscimento della cittadinanza con ascendente diretto oltre il terzo grado, il richiedente deve, per di più, dimostrare di avere una residenza continuativa in Italia di almeno un anno e di conoscere la lingua italiana. L’istanza andrà presentata presso il Comune italiano di residenza.

Questo articolo apporta, poi, ulteriori modifiche alla legge sulla cittadinanza:

  • aggiunge, al comma 1 dell’articolo 4 della legge numero 91 del 1992, il comma 1 bis sulla conoscenza della lingua italiana. L’articolo 4 riguarda lo straniero o l’apolide figlio di cittadini italiani che diventa cittadino italiano nel caso in cui: presta servizio militare per l’Italia, assume un pubblico impiego alle dipendenze dello Stato o risiede legalmente in Italia da almeno due anni dopo il raggiungimento della maggiore età
  • aggiunge all’articolo 6 della legge numero 91 del 1992 (riguardante la preclusione, la sospensione e la revoca del riconoscimento della cittadinanza in seguito alla violazione di norme penali particolarmente gravi), il comma 4 bis, stabilendo che i termini di preclusione e di sospensione ivi previsti valgano anche per le richieste di riconoscimento della cittadinanza italiana
  • specifica che le modifiche proposte agli articoli 9.1, comma 1 e all’articolo 10- bis della legge numero 91 del 1992 sono relative agli articoli 4, comma 1 e 2, 5 e 9 della medesima legge. Ricordiamo che l’articolo 9 disciplina la concessione della cittadinanza italiana con decreto del Presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato, su proposta del Ministero dell’Interno.

Considerazioni       

Dalle modifiche descritte, sembra che il ddl Menia non vada ad attuare rivoluzionarie modifiche sulla normativa per l’acquisto della cittadinanza italiana, ma solamente dei ritocchi.

Vi è da dire, però, che l’intento del senatore proponente, desumibile nella relazione di accompagnamento al ddl, è quello di fornire un rimedio alla “corsa” alla cittadinanza italiana che, per alcuni, si dice essere puramente una questione di convenienza non legata ad un senso di “italianità vissuta e sentita”. Il Sentore Menia, nei mesi scorsi, ha anche affermato che vi sarebbe “uno sport della vendita della cittadinanza”, tramite il quale “qualcuno ha costituito un impero economico”.  Si fa riferimento a “studi legali e agenzie che offrono pacchetti con tanto di biglietto salta turno, documentazione (anche falsa) e residenza fittizia per conquistare in breve la cittadinanza italiana”.

Come in tutti i campi, vi possono essere degli abusi, ma, secondo l’esperienza, le agenzie che reperiscono la documentazione necessaria sono oneste e altrettanto lo sono gli avvocati che, in base alla documentazione fornita dalle agenzie, presentano i ricorsi ai vari Tribunali italiani per superare le situazioni di stallo che si verificano nei Consolati italiani (in primis in America Latina); questi professionisti riescono ad ottenere il riconoscimento della cittadinanza italiana per i propri assistiti in tempistiche assai ridotte (uno o due anni massimo) rispetto a quelle amministrative dei Consolati (dieci o dodici anni).

È bene ribadire che non vi sono solamente questioni economiche o di maggiore facilità negli spostamenti nel mondo a spingere i discendenti di immigrati italiani di molte generazioni a chiedere la cittadinanza italiana. Vi è per molti anche l’orgoglio di essere riconosciuti italiani, riscoprendo le proprie radici storiche e culturali.

Conclusioni

 La proposta del ddl per arginare il fenomeno denunciato dal senatore consiste nel regolare l’acquisto della cittadinanza, limitando la linea di discendenza a tre o poche più generazioni. In quest’ultimo caso, si prevede un soggiorno di un anno in Italia e si introduce, per di più, il requisito della conoscenza della lingua italiana.

Queste limitazioni e l’opposizione al riconoscimento della cittadinanza italiana riguardano, in definitiva, persone che discendono da italiani immigrati in Paesi stranieri tanti anni fa e che, nelle varie generazioni che si sono susseguite, hanno sempre mantenuto un affettuoso contatto con il Paese di origine. Ricordiamo che, per esempio, in Brasile è presente la comunità di origine italiana numericamente più grande del mondo (sui 30 milioni di discendenti).

Per adesso, continua presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato (in sede redigente) l’esame di questa proposta di legge; aspettiamo il varo definitivo con l’entrata in vigore.

Se hai bisogno di ulteriori chiarimenti o di una consulenza personalizzata puoi sempre contattare un nostro avvocato specializzato in cittadinanza italiana per discendenza.

Dott.ssa Elena Capodacqua

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